Cookie Consent by Free Privacy Policy website A bordo del Magnum 63 “Fury” con Tommaso Spadolini , per un refit tra leggenda e innovazione
febbraio 26, 2024 - Tommaso Spadolini

A bordo del Magnum 63 “Fury” con Tommaso Spadolini , per un refit tra leggenda e innovazione

  • In coperta rispettato il designimmortale di Pininfarina
  • Sottocoperta rivoluzionato il layout con due grandi cabine
  • L’armatore, appassionato anche di auto storiche, havolutoriprodurrei coloridella Ford GT40 degli anni Sessanta
  • Sostituita la motorizzazione con una coppia di MTU 12V2000 da 2.000 hpl’uno per una velocità di punta di 55 nodi.
  • I lavori sono stati eseguiti dal cantiereC.A.R.M.di Lavagna

Nella nautica più esclusiva assistiamo a due tendenze ben distinte ma anchecomplementari:da un lato progetti sempre più avveniristici e dall’altro la riscopertadi alcune icone che meritano di essere restaurate e riportate agli antichi splendori,magari con un’iniezione di nuove tecnologie.

Questo è quello che ha spinto un armatore italiano,possessore anche di altri yacht,ascoprire in fondo a un capannone uno splendido, ma fermo sull’invaso da una decinad’anni, Magnum 63. L’ultimo della serie, prodotto dal cantiere statunitense nel 1992.

Oltre chedi barche, il nuovo armatore è appassionatoanche di auto storiche, equando ha incaricato Tommaso Spadolini di curare il refitting della barca, l’havolutaridipingere con i colori dellamiticaFord GT40 che negli anni Sessanta lanciò (evinse) la sfida alla Ferrari nella mitica 24 Ore di Le Mans.

La barca era in ottimo stato nonostante i tanti anni di inattività”,raccontaTommaso Spadolini.“Ma i lavori necessari per riportarlain condizione di navigaresono stati molti: il professionale contributo del cantiereC.A.R.Mdi Lavagna el’impegno del suo titolare Marco Poerino meritano certamentedi essere citati.L’armatore (e i suoi figli) sono molto alti e negli spazi comuni interni ed esternisonostate necessariedelle modifiche sostanziali.Così, oltre ad alcuni interventi dilaminazione della carena, sono stati completamente rivisti interni e sala macchine.Abbiamopoieliminato una bruttabattagliola per far rivivere la pulizia delle lineeoriginali di Pininfarina”.

Un carattere ancora più sportivo
Il Magnum 63 è uno dei più iconici modelli del cantiere statunitense MagnumMarine. Lo yacht ha una lunghezzafuori tuttodi 19,20 metrie un baglio massimo di 5,20:la sua carena a V profonda e la trasmissione a eliche di superficie Arnesoneranoi tratti salienti di questo modello,che non nasconde le sueorigini da vero offshore:nonostante le dimensioni non proprio da racer vanta nel suo palmares anche unavittoria con record alla Miami-Nassau del 1976.“Questo Magnum 63 era stato allestito con motoriGMpiù piccoli degli MTU V12che avevamo deciso di montare”,spiega Tommaso Spadolini.Quindi la salamacchine e anche il prendisole sovrastante erano più bassirispetto alprogettooriginale al quale noi ci siamo richiamati alzandoli dicirca 20 cm. Inoltre,abbiamoprevisto anche un leggero innalzamento del rollbar per adattarlo allenecessitàdell’armatore. Invece è stato deciso di mantenere le trasmissioni Arneson, spediteperò negli USA per una revisione completa”.

Con la nuova motorizzazione costituita dalla coppia di MTU 12V2000 da 2.000 cavalli l’uno, il Magnum 63 Fury, varato nell’estate del 2022, ha superato i 55 nodi di velocità di punta, mentre quella di crociera si attesta attorno ai 40 nodi. Ovviamente il ridimensionamento della sala macchina è stato completato da un totale rifacimento di tutta l’impiantistica, e pure la plancia è stata interamente rivista, ritornando anche qui a un disegno più simile all’originale.

Interni rivoluzionati
“Un intervento importante ha riguardato gli interni” ricorda Tommaso Spadolini. “Qui l’armatore ha voluto due cabine spaziose con un letto di 205 centimetri di lunghezza in quella armatoriale. Questo ci ha imposto di sacrificare la cabina del marinaio che si trovava a prua, sostituita da un gavone per parabordi e cime, utilizzando una parte del suo volume per ampliare la cabina dell’armatore, completata da un grande bagno. Per gli ospiti è prevista una seconda cabina con letto alla francese e un secondo bagno ben dimensionato, con doccia separata. Un intervento complesso, che ci ha visto rimuovere alcune paratie non strutturali e procedere a un rifacimento completo di tutto l’arredo”.

“Un’altra originalità del sottocoperta è nella scelta, sempre dell’armatore, di non volere la dinette preferendo una grande cucina” prosegue Tommaso Spadolini. “A spazio comune si è perciò destinato il generoso pozzetto esterno che, sfruttando il rollbar con un protettivo bimini, è vivibile anche con un meteo non proprio amico. Quindi a sinistra della scala di discesa si apre la grande cucina, mentre a destra c’è il locale del marinaio, anche questo di dimensioni più generose dell’originale”.

Dopo la sua seconda stagione di navigazione, la soddisfazione dell’armatore è sempre assoluta e non potrebbe essere altrimenti per una trasformazione che ha saputo riportare in mare un’autentica icona della nautica come il Magnum 63. Ma il refitting di Fury ha fatto anche di più, con un’iniezione di tecnologia e soluzioni originali nel pieno rispetto della sua storia.